Archivi del mese: dicembre 2007


Buon 2008!?

 


TELESPETTATORI DISPERATI e decreto millesòle

Splinder (29/12/2007)  Decreto millesole (*) ATTENZIONE ATTENZIONE: TELEVISIONE, TELEVISIONE! TELESPETTATORI DISPERATI e attoniti video-ascoltano tremebondi: Squilli di tromba rulli di tamburi – Attenzione attenzione! Popolo di Nottimgham! speaker tv «Popolo Italiano, popolo di elettori trombati, popolo di contribuenti spremuti, popolo di studenti buttati fuor chè Leggi ancora

Addio A Benazir Bhutto


"Benazir viva!"

Belli i suoi occhi aperti sopra il male

un velo bianco, un volto teso e fiero;

raggiò in quel volto dalla fronte altera

per la sua gente argentea luce chiara.

 

Tutta una vita è spesa in pochi istanti:

nel cuore la paura e la sapienza,

solo nel suo coraggio la speranza

solo nell’odio bruto la violenza.

 

Una donna dal volto teso e fiero

è una speranza non sepolta in terra

è avvolta intorno al cuore luce bianca

è ancora un velo ed è la sua bandiera.


LA CLASSE … E’ TORNATA

La classe è tornata.
Disegno Nicola_03 002
Sono venuti a trovarmi quando hanno saputo dell’ebook. Sono venuti in gruppo, altri hanno inviato sms o hanno mandato saluti e messaggi.
I ragazzi della mia classe iscritta in terza nell’anno 2001-2002 e diplomatasi nel 2003-2004 hanno adesso 22 anni. Lavorano tutti, ma non tutti hanno trovato impiego corrispondente al loro diploma. Lavorano tutti, anche quelli che stanno facendo l’università. Tranne Gabriele che ha preso la Laurea breve in tecnico di radiologia da un mese ed aspetta il primo lavoro.  Ovviamente sono perversamente fiera di tutti, e soprattutto di quelli che, con un diploma tecnico, adesso studiano scienze storiche o filosofia. Non è una novità perché quasi tutte le mie classi hanno avuto dei laureati in lettere, compreso Michele Lapiccirella che mi veniva a trovare dicendo ironico: ”Lo sai vero che hai fatto dei danni? Perché la colpa è tua se mi sono iscritto a lettere…”   
Insomma non esibisco volentieri i sentimenti; ma qualche volta i sentimenti tracimano e allora è giusto rassegnarsi e lasciarsi navigare sulle onde increspate dalla tenerezza.
Hanno telefonato e insistito, organizziamo noi. Allora ho risposto, venite da me. Sono venuti ed hanno voluto portare loro la pizza. E con la pizza un bellissimo mazzo di fiori, due bottiglie di vino del nonno di Davide, e una bottiglia di rosso speciale (questo lo deve bere la professoressa ha sentenziato Nick).
Non sono regali scontati. I miei ex selvaggioni non erano tipi da regalo né da fiori: tantomeno da fiori con un significato. “Matteo! spiegale tu!” hanno intimato al filosofo, e lui senza esitazione né imbarazzo ha spiegato: “Il girasole perché noi giriamo intorno a lei, gli iris per l’amicizia, il tulipano perché  ci stava bene, e la rosa rossa… perché la rosa rossa ci voleva insomma!”
Insomma sì! Li ho abbracciati: tanto più alti e imponenti di me, così uguali e così cambiati. La tavola era apparecchiata con qualche piccolo antipasto; si sono tolti i giacconi e si sono dati subito da fare: Riccardo e Matteo hanno messo in tavola la pizza e siamo stati benissimo. Parlato, ricordato, riso. Poi ho fatto la sorpresa: ho tirato fuori la carta geografica dell’Europa della loro aula. Sottratta al macero perché ridotta com’era dalle loro incursioni e decorazioni sarebbe stata eliminata. Me l’ero presa l’ultimo giorno di scuola con loro. E’ indescrivibile: ci sono nomi di città modificati, disegni, scritte, risultati di partite, esclamazioni del loro lessico scolastico etc. Praticamente commossi ma soprattutto divertiti se la sono rimirata e studiata come tornati ragazzini. Poi hanno sparecchiato e pulito tutto. Sono andati sul terrazzo a fumare qualche sigaretta e se ne sono andati portando via il sacchetto della spazzatura. (Ci pensiamo noi!)
Mi è venuta in mente la sera della festa di fine d’anno del quinto anno estate 2004; sempre affettuosi e divertenti, ma con qualche trasgressione che ha lasciato tracce non proprio signorili a casa della collega.
Invece a casa mia sono stati perfetti. Ma con me, dopo il travolgente inizio del primo anno in terza sono stati sempre “diversi”. E io con loro sono sempre stata diversa.
Perché non esiste un modo di insegnare o di essere persone. Esiste una realtà, in questo caso scolastica, con cui si deve interagire inventandosi un linguaggio complesso e dedicato. E non esiste un modo per farsi rispettare ed amare diverso da quello di amare e rispettare per primi.
E sono contentissima che sia andata così. Basta.
Ho detto davvero troppo stavolta.