Archivi del mese: settembre 2007

Adulti e Intellettuali latitanti?

Mariaserena : note cellulari pedagogiche di buona condotta
 
Notecellulari parla di ragazzi e di scuola e cerco di rimanere in tema.
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La riflessione sul tema che mi sono data per oggi è sul ruolo e la responsabilità degli adulti e degli intellettuali nei confronti dei ragazzi.
 
Di solito i ragazzi, dall’adolescenza in poi, tendono ad essere critici verso il mondo degli adulti, i quali ricambiano con diffidente sussiego.
 
Ma oggi gli adulti in generale hanno assunto aspetti nuovi che si materializzano e concretizzano in categorie non tradizionali (non pretendo di analizzarne l’universo perché sarebbe assurdo oltre che impossibile).
 
Il mondo degli adulti comprende infatti non solo genitori e insegnanti, ma anche una folla di persone e personaggi che rappresentano comunque modelli.
 
E’ inutile nasconderci che tra questi modelli, oltre ai calciatori e ai saranno famosi di turno, c’è anche qualche star un po’ inquietante come Paris Hilton.
 
Ma io sto pensando anche a tutto l’universo di coloro che appaiono sui media:  il panorama mi sembra da non sottovalutare.
 
La riflessione di oggi è proprio su questo: mentre i genitori e gli insegnanti sono spesso insigniti dai ragazzi dalla onorificenza dei (scusatemi il termine) rompiballe assillanti e stressanti, coloro che appaiono si avvalgono di ben altre e accattivanti qualità: levigati e disinvolti, sgargiuli e sgarzoline, fichissimi e precisi, sexy e fascinosi. Insomma essendo magri, alti e biondi nonché divertentemente trasgressivi la fanno da padroni.
 
Per fortuna, sia detto per inciso, ogni tanto la tv propina Mike&Pippo in prima fascia serale e in questi casi qualche arguto genitore potrebbe approfittarne per dare una gomitata al pargoletto e sibilare: “Vedi come si diventa in televisione? Rifletti potresti diventare così anche tu…”
 
Ma scherzi a parte… io credo sia importante che i genitori e gli insegnanti non perdano coraggio, che si tengano, a testa alta, il titolo di rompiballe e non cedano ai modelli disinvolti e amichevoli.
Se questo ruolo tiene (e la sua tenuta può resistere solo se si fonda su contenuti e motivazioni importanti, ma insegnanti e genitori li hanno) avremo qualche speranza in più.
Se invece anche queste due categorie, che costituiscono ancora la fondazione indispensabile nella costruzione dell’edificio “educazione e crescita” cedono al fascino mediatico e si lasciano coinvolgere da intellettuali trendy e alla ricerca di consenso, se si lasciano influenzare da astrologi e psicologi televisivi, se aderiscono senza riflettere alle tendenze di costume estemporanee, se infine, si lasciano coinvolgere da discussioni sul “lato A e lato B” delle fanciulle di Miss Italia senza insorgere spegnendo la tv o passando ad altro canale… allora rimane poco da fare.
 
Anche perché gli intellettuali attualmente più ascoltati e trasmessi dai media radiotelevisivi hanno rinunciato ad un ruolo scomodo di pensatori critici del presente, hanno sdegnato il ruolo nobile e antico del censore (termine che uso in senso latino) e si adeguano a loro volta, al modello sgargiulo e sgarzolino un tantino imbellettato; hanno messo il pensiero politico sullo scaffale più scomodo delle loro librerie universitarie e ammiccano al  LATO B.
 
Facciamoci coraggio noi (genitori e insegnanti), e mettiamoci il collare del rompiballe: faremo cose migliori.
 
Se succede che anche le fondazioni cominciano a vacillare allora è inevitabile anche accettare leader improvvisati e accadrà sempre che tutto ciò che fa spettacolo può fare anche politica.
 
Ma io non credo che sia così. Io auguro e spero (e credo) che i fenomeni passino e che il senso civico e la politica alta resistano, o meglio: che spero tornino.
Perché i ragazzi hanno bisogno di motivazioni e convinzioni, di riscoprire il valore del lavoro e della costruzione di sé.
E se questa generazione di adulti (tra i 40 e i 60 anni circa) fallisce, come lascia temere, sarà travolta e superata.
Ma sarebbe assai meglio che sia l’edificio educazione e formazione, sia quello della società fossero costruiti insieme.
 
 
 
 
 

Inaugurazione: la scuola al via dal colle Quirinale

So bene che mi prenderò qualche critica  ma a me pare che l’inaugurazione dell’anno scolastico officiata oggi al Quirinale non avesse molto a che fare con la scuola.
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ANALISI di Personaggi e Interpreti:
1)   Le Autorità varie e il Ministro:  hanno impartito una ramanzina con stile incrociato tra la zia Polly di Tom Sawyer e la M.Louise Alcott di Piccole donne crescono.
 
2)   Gli insegnanti: probabilmente nessuno di quelli in servizio è stato considerato “presentabile” per cui erano tutti “finti” e sostituiti da attori (Castellitto stava lì perché aveva impersonato Don Milani; e Pivetti perché dopo essere stata sorella di una presidente della Camera e avere recitato in “Commesse” ha trovato il tempo di recitare la parte di una finta poliziotta-prof).  Entrambi hanno proposto battute languidamente ammiccanti e autoreferenziali, ma per nulla pertinenti con la scuola.
 
3) I figuranti: cantanti e gruppi che sarebbero andati dovunque anche gratis
 
4) Una prof eroica premiata: con medaglia d’oro al valor civile: Un abbraccio e complimenti sinceri.
 
COMMENTO : Purtroppo quando io spensi, da sola,  l’incendio appiccato in classe da un gruppo di miei selvaggi sciaguratissimi, i quali stavano sfottendo un supplente che, a sua volta, faceva finta di non vedere,  o quando ho affrontato gite scolastiche all’estero con energumeni di altre scuole che si proponevano di simpaticamente abusare delle mie ragazze, o quando ho fisicamente fermato l’alunno P. (drogato psicopatico ecc ecc. che voleva strangolare il preside X) non mi hanno pagato nemmeno il caffè.
Lo scrivo senza volere nulla togliere alla premiata, che si è resa proagonista di una azione encomiabile, ma solo per dire che a scuola sono molti i prof che pur presentandosi senza machete, dimostrano tanto coraggio personale che le medaglie non basterebbero, nemmeno finte.
 
5) Carini e bravi, per davvero: i ragazzini siciliani che hanno cantato una canzone rap contro il pizzo. Meno male che almeno loro, con la brava maesta, si sono salvati. Erano persone autentiche (mi hanno un tantino commosso) e non figuranti e comparse. Evviva!
  

6) Coreografia, musica e scene :  consigliate dal Campidoglio

 
I discorsi di Fioroni e del presidente Napolitano stanno sul sito del’Istruzione. Io li ho letti. Se qualcuno vuole… se ne può parlare… sarebbe giusto farlo.

Quando i PROF sono doc, ed hanno un autentico DNA da insegnanti

Su Splinder ho incontrato una … SALA DOCENTI, e ovviamente mi sono intrufolata, chiedendo il permesso. Qui ho incotrato battute e osservazioni interessanti e spiritose, ma anche una lettera che mi ha colpito al cuore. Ho riconosciuto una sorta di affinità elettiva. Con il permesso della persona che ha scritto la bellissima lettera, ne riproduco qui una parte e vi invito a proseguire la lettura cliccando sul link posto subito dopo l’interruzione…
" sabato, 22 settembre 2007

Questo post è per voi…

…miei cari ex studenti, una sorta di messaggio in bottiglia che, anzichè affidato alle acque del mare, si serve di questo blog.

Non so se mi leggerete, non so se mi riconoscerete, non so dove siate adesso realmente.

Lo sapete bene, sono dell’idea che un docente debba limitarsi ad essere tale e non frequentare i suoi studenti, anche ex, fuori dall’ambito meramente scolastico. Un docente è un docente, non un amico, non un compagno di giochi. Per questo non ho mai partecipato, se non agli inizi della mia attività, alle vostre cene di fine anno scolastico.

Nonostante non vi veda da un po’ di tempo, vi ricordo tutti, da quelli dell’ anno scolastico 1988/89 (il mio primo anno di insegnamento), agli ultimi dello scorso 2006/07 …………….. "

http://www.saladocenti.splinder.com/?from=5

continuate a leggere…..

 

Su Dante

Mi accorgo che devo una spiegazione ai ragazzi, e forse non solo a loro, sulla mia reazione negativa alla proposta di assegnare il Nobel della letteratura a Roberto Benigni per la sua lettura della Divina Commedia.

E’ ovvio che la mia contrarietà non ha nessuna influenza, né la potrebbe avere, su come andranno le cose. Perciò credo di dovere una spiegazione solo per rispetto verso chi legge il blog; altrimenti non ne varrebbe la pena.

Una premessa: il problema non è Dante. Egli può benissimo reggere: né la sua opera né la sua fama sarebbero minimamente scalfite anche se l’attore Benigni continuasse a recitarlo per tutta la vita.  

Benigni al contrario, recitando Dante aumenta la sua fama e i suoi compensi; ma anche questo non cambia la natura delle cose ed è una lecita attività come tante altre.

Prima di quella di Benigni si ricordano molte e famose letture di grandissimi interpreti tra i quali cito pochi nomi: magnifiche interpretazioni quelle di Gassman ed Albertazzi, e immensa lettura di  Carmelo Bene. Un genio assoluto e difficile (ovviamente è un mio modesto parere). Ascoltandolo non si poteva non riconoscere tutte le sfumature e le pieghe dell’esegesi dantesca. La sua fu una lettura che definirei non solo colta, alta e sublime; ma filologica.

Carmelo Bene era uno studioso prima che un attore e per inciso ne ricordo, ma solo per rasserenare e spolverare il mio cuore dalle cose tristi, le letture dei Canti Orfici di Dino Campana o dell’Adelchi di Manzoni: operazioni ardue e complesse e che dovevano essere precedute da un lunghissimo studio: altrimenti avrebbero fatto "ridere".

Al contrario, e può sembrare affermazione paradossale e sacrilega, Dante è quasi "facile" da leggere… la sua è poesia trasversale alle culture, ai tempi, alle esperienze; ma anche alle conoscenze, alla scolarizzazione, alla filologia.

Dante può leggerlo chiunque, ed ho conosciuto persone quasi analfabete che conoscevano e dicevano a memoria canti interi della Commedia (fino a circa vent’anni fa non erano casi rarissimi); questo è stato possibile fino a quando la letteratura e opera Dantesca sono stati considerati anche nobile sinonimo di italianità. Negli anni venti del secolo scorso fu pubblicata una Divina Commedia illustrata e spiegata terzina per terzina in prosa semplice: era un libro dei miei nonni e l’edizione diceva  all’incirca: "Divina Commedia spiegata al popolo italiano".

Non la farò lunga e torno subito alla questione Nobel-Benigni-Dante; è importante capire che Dante può essere semplificato e spiegato, ma non dev’essere interpretato all’ingrosso e facendogli dire quello che non dice. Benigni è indubbiamente un attore talentuoso; ma l’operazione che fa su Dante è "pro domo sua"; e il Dante che passa agli spettatori non è, a mio parere, filologicamente corretto; è una volgarizzazione, un fac-simile, una fiction come un’altra.

Per questo torno ad affermare che non si può diventare spacciatori di poesia dantesca. E’ vero: lo spettatore di Benigni può in buona fede pensare di ascoltare Dante, in realtà non è così. Lo spettatore può illudersi di esser cresciuto culturalmente assistendo allo spettacolo di Benigni e potrebbe anche commuoversi fino alle lacrime. Ma Dante è un gigante che va studiato con fatica, riferendolo al suo tempo, alla sua fede, alla sua sterminata cultura, alla complessità del suo genio, ala problematicità del suo pensiero, alla teologia, alla filosofia, alla politica, al diritto, alla cultura latina classica e medievale e… a tanto altro ancora.

In età Romantica si individuavano i tre sommi autori che avevano espressono l’idea della poesia assoluta ed erano: Omero, Dante e Shakespeare.

Ma che ne sa, che c’entra il Benigni?

Vorrei dire "giù le mani dalla poesia dantesca…", ma direi una sciocchezza.

Benigni passerà; l’Alighieri sopravviverà anche a lui.

Diffidate dalle imitazioni.