Archivi del mese: agosto 2007

Sig.Ministro Fioroni, si ricorda che domani è il Primo Sttembre?

Le "Mariaserena news" mariaserena news– Notecellulari sulla scuola

Domani è il primo Settembre e ufficialmente inizia l’anno scolastico. Non le lezioni, anche perchè l’autonomia concede margini di elasticità sulle date purchè siano complessivamente rispettati i numeri dei giorni effettivi di lezione.

Insomma la Scuola ricomincerà a lavorare e, se molte riunioni saranno rimandate a lunedì, il 1 Settembre è pur sempre la data ufficiale.

Quindi ho pensato: Chissà se il Ministro Beppe Fioroni se ne ricorderà…

Ho guardato in giro su Web e sui giornali, ed ho trovato solo una notizia di Agenzia Adnkronos che lo riguarda: l’agenzia dice "Fioroni: le regole per le primarie non si cambiano".

Giuro sulla mia testa che pensavo si riferisse alla scuola primaria

Clicco e mi imbatto in una lunga notizia in cui tra l’altro leggo:

Il ministro dell’Istruzione risponde dalla Festa dell’Unità di Bologna alle richieste di Bindi e Letta. Secondo il titolare di via di Trastevere dunque non si può guardare al nascente Pd come a "un contenitore di plastica definito dal leader" ma deve essere un partito "in cui la linea politica è scelta da coloro che liberamente e in piazza scelgono di esservi iscritti. –

Insomma mi ero sbagliata… le primarie sono quelle del nascente partito PD, e della scuola si parla poco o nulla, se non per ribadire le solite polemiche sui problemi non risolti: il tetto di spesa per i libri.

Marginalmente noto che le adozioni dei libri scolastici si fanno ad aprile-maggio e ci se ne accorge a settembre perchè le famiglie, giustamente esasperate, insorgono e al Ministero si deve prenderne atto.

Io non sogno di politica; ma se sognassi vorrei farlo per un Ministro della Pubblica Istruzione meno prezzemolino e più vicino ai docenti e agli studenti: ossia presente ed attento alla scuola in ogni ordine e grado, non vicino solo all’amabile e sognante Veltroni amico suo. 

Buon anno scolastico a tutti.


Potrei scrivere tante storie, ma.

Tante storie ho ascoltato che quasi mi assordano, a ripensarci.

Molte altre storie le ho ricostruite, da indizi, da sguardi, da piccoli cenni ripresi e ripetuti. Una faccia che ti guarda da un banco scolastico non è la faccia di un nemico. E, dopo i primissimi periodi di rodaggio dell’insegnamento ho scelto la libertà.

L’ho scelta apertamente e lasciandola trasparire. Non ho mai praticato la delazione sulle confidenze raccolte, nè ho sollecitato confidenze. Sono venute, sono venuti a cercarmi quando hanno capito che potevano fidarsi. Il confine non c’è mai stato. Ma nemmeno il compromesso. La comprensione non è compromesso. Chi si confida non cerca approvazione o l’ammicamento, cerca l’ascolto.  E l’ascolto aiuta, o può aiutare,  a capirsi, a riconoscersi, a ritrovarsi.

Gli argomenti insegnati, gli ostacoli e le difficoltà sono un mezzo per dimostrare ai giovani che possono arrivare più avanti e crescere che devono mettersi in gioco e accettare di vivere un lunga fase in cui confrontarsi con qualcuno che ne sa più di loro; ma sono anche un fine, quello di uscire dalla scuola più istruiti e formati di quando si è entrati.

Tante storie ho ascoltato, e qualcuna non vorrei averla mai sentita. Sono quelle di sofferenza e dolore, emarginazione, solitudine e di follia.

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Ma la gioia di tanti momenti in cui abbiamo riso e sorriso insieme, la serenità trasmessa da occhi avidi e curiosi, la vicinanza cercata e pretesa fino all’assillo… tutto questo mi paga, oggi, e mi dona una tregua dall’ansia quotidiana e dalla consapevolezza di avere comunque sbagliato più di quanto avrei voluto.
   

scuola di ieri e di sempre

Sento continuamente parlare di scuola, ma senza che si parli davvero di scuola.

Quindi mi è venuta voglia di qualcosa di vecchio, eppure autenticamente scolastico. Ed ho cercato e trovato una poesia solo apparentemente semplice, ma che in realtà, per chi sa leggere oltre la leggera e cantabile ironia che la pervade, è ancora oggi profondamente vitale e sincera.

E’ di Marino Moretti; un autore che cercavo di far leggere, magari solo brevemente e per piccole citazioni, ma che riusciva a far sorridere le mie ragazze.

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Il testo è scorrevole e facile. Moretti la dedicava ad una maestra… non maestra e ad una scuola… non scuola,  alla buona. Ok, non mi rimetto in cattedra ma se volete saperne di più potete chiedere..

La dedica va alle mie ex alunne…  e specialmente alle faccette allegre qui sopra… auguri fanciulle!

 


 

Marino Moretti – LA SIGNORA LALLA
 
Quando l’anima è stanca e troppo sola
e il cuor non basta a farle compagnia,
si tornerebbe discoli per via,
si tornerebbe scolaretti a scuola.
Ma sì, prendiamo la cartella scura,
il calamaio in forma di barchetta,
i pennini, la gomma, la cannetta,
la storia sacra e il libro di lettura.
Andiamo dunque: il tema è messo in bella;
andiamo, andiamo: il tema è messo in buona;
Dio, com’è tardi! La campana suona,
tra poco sonerà la campanella.
Ma che dico? è domenica, è vacanza!
Non c’è scuola quest’oggi, solamente
c’è da imparare un po’ di storia a mente
soli, annoiati, nella propria stanza.
C’era una volta (ora mi viene a mente)
la scuola della festa: era una scuola
alla buona, così, con una sola
maestra, vecchia, senza la patente.
Signora Lalla, dove sei? T’aggiri
nella tua casa piena di panchetti
e sul quaderno scrivi un 5 o metti
un punto sopra un i con due sospiri?
Signora Lalla, hai più quel mio ritratto
ch’io ti donai per Sant’Eulalia? e quella
treccia, in un quadro, d’una tua sorella
defunta? e l’altarino è ancora intatto?
Forse sei morta. Ed i tuoi strani oggetti
sono scesi con te, con la tua spoglia
dentro la fossa. La tua casa è spoglia
dei quadri, dei presepi e dei panchetti.
Che importa? Io t’amo e tu sei viva, o muta
immagine che guardi i miei quaderni
d’ora e i noti caratteri vi scerni
con uno sguardo di sopravvissuta.

Come son vani, come son diversi,
signora Lalla, i miei compiti d’ora.
Dimmi, vuoi riguardarmeli tu ancora?
Sembra uno scherzo, ma son tutti in versi.


Alza bandiera e abbassa la spocchia

mariaserena newsIn questi giorni ci si è occupati "seriamente" della scuola discutendo sull’eventuale ripristino della cerimonia dell’alzabandiera.

Non sapendo che fare, tra una grigliata in spiaggia e una seratina abbuffosamente corretta di spiedini di ceci e cicoria lorsignori si sono fatti venire l’idea di discutere su un argomento che, a questo punto, definirei di bandiera e di facciata.

Non sapendo inoltre come togliersi dai piedi la questione il Ministro Fioroni ha tuonato seccatissimo (parafraso ovviamente): "Come si permette un leghista che vuole disfare l’Italia di proporre la bandiera e per di più con cerimonia?"

 

E l’ex insegnante divenuto scrittore epperciò prospetticamente lontano dalla scuola (Marcello D’Orta) ha ribadito con una storiella autobiografica: "Al momento, a fare l’alzabandiera, si sentirebbero nel cortile della scuola risate come in quello della mia caserma" ed ha proseguito dicendo più o meno: facciamo riscrivere i libri di storia che sono troppo di sinistra e ricominciamo a parlare di Risorgimento; i nostri giovani si ricordano della patria solo per la Nazionale di calcio ecc ecc.

Che tristezza gli adulti seriosi che razzolano male e predicano… anche peggio.

Ma… un consiglio: una passatella di "veline" non gli farebbe tornare il buonore?

Perchè quando parlano di giovani vedono in giro solo Lucignoli da rave ed hanno sempre quest’aria di sufficienza e ostentata con altrettanto sdegno risorgimentale patriottico?

Invece io ricordo che  a scuola avevo ragazzi che volevano partire in "missione di pace" nonchè pensierosi ragazze e ragazzi i cui genitori e fratelli erano già stai o partivano per Nassiria, Bagdad, Kossovo, Afghanistan … e loro un’idea di patria ce l’avevano, nonostante la loro profi apertamente pacifista, ma assolutamente rispettosa degli altri.

TERZA-AAvevo ragione, dunque: meglio i ragazzi pestiferi che gli adulti "benpensanti".

Molto, molto meglio. 

Ciao selvaggioni!