lettera ai Genitori dei ragazzi che vanno o andranno a scuola

11° NON DELEGARE – NESSUNO DEVE SOSTITUIRTI
Dedico queste riflessioni ai genitori dei ragazzi che vanno ancora a scuola o che cominciano a frequentarla il prossimo Settembre.
Non ho quasi mai ricevuto regali dai miei studenti, né dalle loro famiglie; un po’ perché oramai questa è un’usanza superatissima, un po’ anche perché chi riceve regali, di solito, in qualche misura li ha sollecitati.
Però ho ricevuto biglietti, lettere, disegni, vignette e negli ultimi tempi sms, telefonate, contatti su messenger e foto dai cellulari. Il mio blog si chiama notecellulari perché nei tempi più recenti i contatti via cellulare con sms si sono fatti frequenti, spesso divertenti e alle volte drammatici.
Non ho ricevuto regali; però assai spesso nei colloqui con i genitori ho avuto l’impressione di ricevere vere proprie deleghe sull’educazione dei figli.
“Professoressa, gli parli lei. La stima, parla bene di lei. La ascolterà.”
“Professoressa, lo sa che ieri ha avuto un’emorragia al naso? Che dice, si prenderà la coca? Che devo fare?”
“Gli dica lei qualcosa, ieri abbiamo litigato, a momenti mi alzava le mani… “
“ Che ne dice gli posso comprare il motorino?”
“Sta chiusa per ore nella sua stanza. Che devo fare. Parli con lei”
E così via. Ricordo centinaia di frasi di questo genere.
In ultimo voglio anche citare quella per così dire umoristica di una mamma che, accompagnando la ragazza all’aeroporto, eravamo in partenza per la gita dell’ultimo anno con destinazione Vienna, sapendo che tra i compagni di scuola c’era anche il ragazzo dell’alunna mi raccomandò serissima: “Professoressa mia figlia è ancora una bambina, voglio che me la riporti così come gliela affido. Sono nelle sue mani.” Sarà andata come lei pensava? o pretendeva l’impossibile?
Ma tornando al discorso di fondo: i professori devono certamente essere anche educatori.
Ma un ragazzo prima di essere alunno è figlio. E quando la famiglia esiste deve fare la sua parte fino in fondo. Deve affrontare con fermezza ed amore le figlie e i figli. Qualsiasi cosa accada. Meglio uno scontro che il quieto vivere. Meglio l’ansia che l’indifferenza. E alla fine, forse dopo anni, ve ne saranno grati.
Sono vostri: amateli. E amateli con coraggio.
Per questo mi permetto di inventare l’11° comandamento : NON DELEGARE