Archivi del mese: novembre 2006

La quercia delle streghe

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Ci sono ancora delle leggende tra gli anziani di campagna, qui a Petritoli. Uno di loro mi ha raccontato che non ama le quercie, perchè "i vecchi antichi" erano sicuri che fossero abitate dalle streghe…

Non è da credere che sia vero, ma in particolari condizioni di luce, di Novembre, quando le tenebre calano più rapidamente sulla terra è difficile vedere e capire chiaramente cosa accade in mezzo a  quelle foglie che non si staccheranno dai loro rami che con la prima neve. 

Ritratti di ragazzi – Nada (Francesco)

"Nada"

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Come mai Francesco avrà scelto questo nickname? come gli sarà venuto in mente?

Sto per parlare di lui, e vorrei saperlo. Avevo anche aperto msn per chiederglielo.

Ma era ora di pranzo e lui non appariva. Non ho creduto giusto fosse il caso distoglierlo dalla concentrazione sulla sua postazione domenicale (in modalità “facciamoci del bene a tavola”) per venire a spiegarmi come mai e perchè Nada.  

E quindi scrivo senza sapere,  anche perchè un nickname non conclude comunque una persona.

Tuttavia anche solo nel dirlo, o nel nominarlo quando parlo di lui con qualcuno, mi si snoda in mente una specie di interminabile anello di Moebius (mi perdonino gli scienziati) musicale che ripete “Oaria raio , Oba Oba Oba (la la la la la)…mas que nada.. Oaria raio… "

Oppure ti stai sbagliando son certo che Nada, non è Francesco.

Ma sono solo divagazioni, non riferibili a Nada, come neanche le canzoni o altre citazioni possibili: "nada de nada ", "no se recuerdano nada " e via canticchiando.

Infatti  Francesco potrebbe essere definito in molti modi, ma non come un… nada con la minuscola.

 Francesco, o dunque Nada, è un ragazzo pensoso e curioso che riflette interrogandosi, ma non trova una giustificazione possibile agli effetti secondari del vivere sociale e civile: infatti quando incontra (e le incontra…) l’arroganza e l’ingratitudine, la falsità e la maleducazione si chiede perchè esistano e a che giovino, perchè ritiene che non siano niente altro che modi sbagliati e incomprensibili di relazionarsi tra persone.

Messer Nada non è il neopaladino medievale di tutte le virtù contemplate nei trattati di morale, ma evita ed accuratamente rifugge i contrari delle virtù stesse, se non altro per l’orticaria esistenziale che la trasgressione fine a se stessa gli procura.

Messer Nada si vorrebbe crogiolare nell’abitudine a vivere con calma la vita e lasciarne scorrere il fiume attraversandolo solo dove i sassi sono meno taglienti.

Ma attenzione: non fate l’errore di considerare paura o peggio codardia quel suo tendere al quieto vivere.

Chi, come lui ama il pensiero, il sogno e l’arte non ha tempo da perdere con le avventure irrazionali ed estreme.

Chi, come lui vuol bene agli amici e non li tradisce, non ha tempo per il doppio gioco.

Chi, come lui osserva e coglie i colori e le linee che disegnano la realtà e cerca di rappresentarla, crede nei sentimenti anche quando mostrano il loro rovescio, non scruta le sfumature per strumentalizzarle, nemmeno quando le semplifica per non lasciarsi troppo implicare.

Ebbene chi è come lui non ha paura della realtà, anzi la conosce bene e per questo sta in guardia.

 

Tuttavia accade che Messer Nada  abbassi le difese per esporre al mondo la sua anima sensibile e paziente e che racconti se stesso, disegnando i suoi sogni ed esprimendosi con spontanee poesie.

In queste occasioni il suo sguardo appare come una luce dorata da dietro la corazza bruna in cui si cela. S’ammanta di bruno il giovane Nada, ma dalle fessure la sua luce trapela fendendo la polvere e rivelandone i corpuscoli vaganti.

E’ per questo che mi fa pensare a un nastro che si scioglie e dipana, che afferra e ritorna interminabilmente su di sé.

Come l’anello di Moebius. "Oba Oba… o.. mas que nada.. O…aria raio.."

Esercizio sillabico

 La strada e il gioco delle Sillabe   

strada di casa

L’endecasillabo piano è rimato

a volte alterno a volte baciato,

quando poi termina con un accento

si chiama tronco, ed ha un bel portamento.

Se invece scivola sulla terzultima

sdrucciolo dicesi, è senza punta:

quindi all’indietro l’accento è spostato,

risuona piano e senza boato.

 

Con un tal verso tu puoi congegnare

la terza rima, l’ottava e il sonetto,

ma non mi chiedere se puoi provare…

ciascuno tenta, nessuno è perfetto,

come dimostra l’uso un po’ eretico

di queste righe, che fanno il solletico

 

ma non riescono neanche a imitare

dei grandi scritti l’alto poetare.

 strada di casa

Nuvole basse sul cielo

 Nuvole basse oggi. Su nel cielo si stiracchiano pigre e grigie, ma riflettono ugualmente il sole che da qualche parte invia segni di sè. Tra un mese è Natale , rifletto. Ma tutti gli anni qui a Roma è così; se non ci fossero i centri commerciali a sciorinare luminarie ed addobbi, se i ragazzi non cominciassero a dare segni di impaziente attesa delle vacanze, se non fossero già cominciate le trattative con i genitori che si preparano al ricevimento scolastico generale-globale (ti levo la playstation, il telefonino, il motorino, ti chiudo in casa se hai l’insufficienza in matematica … (e chi non ce l’ha alzi la mano…)) se non ci fosse voglia di vacanze, e se io non sentissi gli avvertimenti bellicosi dell’artrosi che mi danno vigorose gomitate sulle vertebre… non mi sentirei orientata a pensare che stiamo in clima pre-nataliazio. 

 Però ci siamo quasi. E io sto scrivendo anche quest’anno la mia favola di natale. La novità è che sarà pubblicata qui sul Blog.  e sarà …. fantastica!!